| Il mio resoconto precedente era troppo serio. Cerco di rimediare.
VERONA: TRAGICOMMEDIA IN TRE ATTI.
Atto primo. Giovedì 21. La partenza. Era programmata per il giorno successivo. All'ora di pranzo mi telefona Gabry che confidava nella mia presenza alla prima. Troppo tardi. Arriva Splendore e davanti ad una squallida minestra mi fa la predica, osservando che non si può avere tutto dalla vita, che ci eravamo organizzati per bene, ecc. ecc., poi : "Quando vuoi che ti porti in stazione?" Butto qualcosa in valigia, faccio un paio di telefonate, corriamo in stazione, bancomat, biglietti, mi accomodo in treno e via. Quattro , dico quattro ore per arrivare a Verona, trascorse a risolvere sudoku diabolici. Telefonata di Pier. "Franca, mi hai contagiato, vengo anch'io stasera." Grandi Pier e Teresa! Il treno arriva con dieci minuti di ritardo, forse perchè ha rallentato per solidarietà con i Tir incolonnati sulla tangenziale di Mestre. Meno male che Maura mi ha procurato il biglietto: poltronissima in prima fila! Corsa fino all'albergo in taxi, che ho pensato bene di farmi attendere di sotto, rapido cambio di abiti e in divisa d'ordinanza mi fiondo in piazza Bra, dove con molta difficoltà raggiungo la truppa accomodata per il rancio. Sbocconcellando un panino per strada, dato che sono arrivata proprio al limite di tempo,, eccomi poi all'ingresso! L'abbraccio dell'Arena mi cinge con solennità, non mi sembra vero, ma lo è...Le Vittotruppe schierate in felpa bianca sembrano una comitiva di vigili urbani in gita aziendale, ma siamo riciniscibilissimi. Inizia lo spettacolo e la visione del volto di Vittorio che giganteggia sulla scena mi emoziona subito. Poi me lo vedo davanti mentre si prepara al suo Si bemolle. Sono tentata di lanciargli un pssst, ma credo proprio che non mi sentirebbe....Nell'intervallo ci ritroviamo, noi complici di stupende follie, poi il secondo atto. Mi godo la musica in tutto il suo splendore ed alla fine corro sotto il palco assieme agli altri, tanti, entusiasti, plaudenti, gasati come un pieno di Idrolitina, commossi. Ci spazzano via mentre ci attardiamo, ma tanto sappiamo che il Mito deve rifarsi la messainpiega....All'uscita degli artisti una piccola folla attende. Arrivano, ragazzi tornati ad essere tali , nella loro immediata simpatia e semplicità, felici e sorridenti ex principesse,maliarde, medici, folli , stregoni, yuppie rampanti. Che bella sensazione essere riconosciuta e ricevere la genuflessione di rito (Davide, sei grande!) e poi ritrovare il mio ragazzo tornato sulla terra, dolce come un cioccolatino scartocciato dalla sua stagnola dorata! Con sorridente pazienza riceve i tributi dovuti dai suoi sudditi, poi finalmente se ne vanno tutti a mangiare, mentre noi ci ricoveriamo in un pub vicino per le attese public relations. Saltello da un gruppetto all'altro perchè vorrei parlare e stare con tutti, ma siamo veramente numerosi. Infine Pier accompagna Maura e me all'albergo, grazie al suo satellitare, perchè nessuno lo saprebbe raggiungere. Babbione nell'animo, non lo sappiamo neppure noi...Il letto e la serranda che non si chiude accolgono il meritato riposo.
Atto secondo. Venerdì 22. Mi sveglia la telefonata di Maura, alle 8 e trenta, ma dobbiamo andare all'Arena per la conferenza stampa. Prendiamo l'autobus e, dopo una passeggiata turistica (Maura non ha voluto farsi fotografare abbracciata a me sul balcone di Giulietta) approdiamo in piazza Bra, attendendo con Melissa e Fiamma,sedute su una panchina, di fronte al posto sbagliato, mentre erano tutti già impegnati con le interviste e le foto. Arriviamo anche noi e gioco a fare la fan con tutte le regole: ho il libretto pieno di dediche, ho parlato proprio con tutti, Zard compreso ed ho avuto anche la faccia tosta di.....caliamo un velo pietoso, sappiate solo che merito l' investitura di presidentessa a vita delle babbione. E' stato molto divertente stare in libertà con i ragazzi, conoscere altre persone, come colei che ha il privilegio di fare disegnini colorati sulla Vittofaccia e discorrere un po con Vincenzo Incenzo, una persona si squisita sensibilità e notevole intelligenza. Mentre gli altri si sono recati al ristorante, noi due, un po' stanche, ci siamo indirizzate verso l'albergo per un riposino, dopo una sosta per un tramezzino, un trancio di pizza e due bibite. Arriva il conto:" 27 euro " mi dice il cameriere, porgendomi uno scontrino che non leggo. Azz, penso, e glieli do, babbiona nell'anima. Lui ride e mi fa notare che gli euro erano 17, restituendomi il di più. Ci alziamo ed andiamo accompagnate dal mio canto: "Veneto, la parola mona è nata insieme a teeeee...." Fortuna delle fortune: arriva subito l'autobus e dopo un bel percorso lungo, scendiamo al posto sbagliato, troppo presto. Aspettiamo per mezzora il successivo, lo prendiamo e perdiamo la fermata, arrivando in un paesino della periferia. Babbione nell'anima, fin nel profondo. Con l'aiuto dell'autista finalmente arriviamo al posto giusto. Una doccia ci rimette in sesto e Maura provvede a resocontare sotto il mio sguardo ammirato:alla tastiera sembra Pasol, mentre io sembro Marilyn Monroe in "Quando la moglie è in vacanza" concentrata a suonare il piano con due dita. Mentre ci stavamo finalmente rilassando, arrivano i nostri: Splendore and son, col satellitare inastato come da mia prescrizione. Ci avviamo tutti e quattro verso il centro città. Splendore si rifiuta di usare il satellitare, infatti ci perdiamo, come sempre quando vuol fare lui da navigatore. Durante l'ennesimo giro vizioso ci mettiamo a parlare di biglietti, al che Splendore si ricorda di aver dimenticato in albergo le carte necessarie al ritiro dei nostri. E' troppo. Ci facciamo scaricare prima di venire alle mani e, mentre i due compari tornano indietro, raggiungiamo un po' di serenità. All'Arena troviamo l'omonima con la acca, Pasol e consorte e Gianluca Carollo con un gruppo di amici, quindi arriva il grosso delle forze in dotazione al forum. Riarrivano anche i due pirla quindi, dopo uno spuntino, raggiungiamo il tempio della musica, dove ci attendono i posti in gradinata. Splendore pensa alla sua prostata a arriva col cuscino. Si ripete il rito e questa volta apprezzo di più alcune proiezioni, ma questo è un argomento già trattato, non voglio ripetermi. Arturo è molto contento, l'opera gli piace e se la gode in pieno. Ad un certo punto vedo un pipistrellino: se potessi captare gli ultrasuoni, credo che lo avrei sentito chiamare "Papà" mentre volava verso il palcoscenico..... Il finale lo avete visto tutti: io, subito prima dell'ultima nota, sono scivolata sotto la sbarra e sono corsa in postazione privilegiata, per condividere le grida stentoree di Anly e le lacrime gioiose della truppa. E' stato di nuovo un momento di intensa emozione, con Luisa che gettava petali di rose all'indirizzo di Vittorio, gladiatore trionfante in mezzo all'Arena. Poi ancora foto, autografi, episodi divertenti: passa una macchina con delle ragazze che chiedono:"Avete vinto? Dov'è il tesoro?" e Anly: "Là davanti, circondato dai fans!" Stanchi e soddisfatti della kermesse, l'ultima impresa ci vede impegnati nella ricerca di un locale aperto, che raggiungiamo in piazza delle Erbe. Altra sosta, chiacchiere ,risate, spettegolamenti da parte mia (Arturo:"Mamma, se dopo un sorso di birra straparli, cosa dirai alla fine del boccale?"), passa trascinata da una macchina l'arca del nostro racconto, mi fumo in pace il mio toscano pensando con affetto all'altro toscano, poi il viaggio di ritorno, dopo aver salutato tutti, alcuni anche più volte (avevo finito il boccale). Arturo, approfittando della nostra generosità , ha ottenuto di avere una stanza singola per non essere cullato dal respiro rock di Splendore e, finalmente, sono più sveglia di un grillo! Azz.
Atto terzo. Sabato 23. Breve finale con glorioso epilogo in un ristorante a San Donà (Arturo continua ad approfittare della nostra generosità abboffandosi lussuosamente di gustose creature marine). Abbandoniamo, con una punta di nostalgia da parte mia, la giornata grigia (credo che in Padania due giorni consecutivi di sole siano troppi) per tornare allo splendido azzurro di Trieste, al blu del mare increspato dalla bora leggera (accidenti a quel caspita di mare finto che mi sono sorbita mio malgrado)al pensiero di un prossimo Q e di Milano. Sono in coma senile, ma faccio il mio dovere resocontando per voi appena ne ho la forza. Cala il sipario su di una bellissima avventura.
franca
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