| Franca, Mauro, Laura, Francesca, Belinda, Giulia, Dusetta, suo marito, la sua piccola Anna ed io. 10. Se fosse venuta anche Lorella avremmo potuto sfidare il Cascina Calcio.
Parto alle 13.10. Dovevo essere lì alle 13.30. “Sono pazza!” mi dico “Dopo due anni e mezzo che non lo vedo, lui viene QUI e io cosa faccio? Parto in ritardo!” Nella macchina di quella santa donna della mi’ suocera, a velocità sostenuta (nemmeno più di tanto…ero su una panda...), tengo il volante con la sinistra e con la destra mi do vigorose manate sulla fronte al ritmo di: “-AZZ-! “-AZZ-!“-AZZ-!”. Volevo battere direttamente la testa sul volante, ma le panda ce l’hanno di un duro…! E poi non volevo presentarmi a Vittorio con una barra rossa e gonfia sulla fronte come una vecchia squaw…”Augh! Sono fronte pulsante.” Approfitto del tempo che ho, per pensare cosa fare se a Vittorio venisse la geniale idea di interpellare anche me (oddio!). Me lo immagino in piedi, sguardo severo su di me, voce stentorea: “Chi sei? Da dove vieni così in ritardo? Cosa sai fare? Perché diavolo sei qui?” E io terrorizzata: “Sono Lisi. Vengo da Livorno e ho sbagliato anche strada. So fischiettare discretamente. E sono qui per capire come fai ad essere così bravo.” E lui, per niente ammorbidito dall’arruffianamento: “Canta!” Io mi immagino con davanti un microfono, nel panico (un incubo ad occhi aperti, praticamente). Cosa potrei fare? Trovato! Prendo l’asta del suddetto microfono, me la metto sulle spalle e poi: “Ehm…da Biancaneve e i sette nani, vi canterò EO’ EO’… coff, coff…dunque EO’ EO’ a casa a riposar fi fi fifi, fi fi fifi, firififififffififffi” Intanto miracolosamente arrivo a Cascina e sbaglio pure strada. Chiamo Belinda, fra il divertito e il disperato. Belinda, carina da morire, mi guida come un moderno Virgilio dall’inferno delle rotatorie pisane verso il paradiso della voce di Vittorio. Mi viene pure incontro, bella e sorridente, simpatica e gentile e soprattutto divertita. Parcheggio un po’ discosto dal gruppo di persone che vedo raccolto davanti ad un…ehm, magazzino? Garage? E mi avvio verso di loro. Vedo subito Mauro forse perché rifulgeva in tutto il suo splendore, forse perché in quel momento se ne stava un po’ discosto. Caro Mauro. Per me è ritrovare un Amico e vorrei tanto che fosse lo stesso per lui. Mauro…FRANCA. Mi viene incontro, mi abbraccia “Sono qui per te!” mi dice e io sono felice. La guardo e sono proprio felice. Parlare, condividere è naturalissimo come se lo facessimo tutti i giorni e infatti lo facciamo quasi tutti i giorni, solo non di ciccia! L’ho detto che sono proprio felice? D’altronde sono in famiglia. Eccole! Laura e Francesca. Certo che le riconosco e distinguo subito! “Bene” mi dico compiaciuta osservandole. Mi sembrano proprio bimbe intelligenti, riservate, partecipi, mai invadenti, fattive ed equilibrate tutte doti che apprezzo. Mi piacciono molto. Giulia. Mi verrebbe da chiederle non quanti anni ha, ma quanti QUARTI D’ORA ha, tanto farebbe presto a fare il conto. E’ giovane come l’acqua. Emozionatissima. Tenera. Dusetta con suo marito e la piccola Anna che è stata BUONISSIMA (chissà se darebbe ripetizioni ai miei?). Bella famiglia, davvero. Chiacchieriamo amabilmente. Vittorio è in ritardo. Non sopporto la gente che è in ritardo! Ehm… Ma arriva. Allora esiste, mi dico. E lo vado a salutare. E Gloria? Gloria. Ci salutiamo. Sembra contenta di conoscermi. Io lo sono di sicuro. Ha dei modi piacevolissimi, è una donna molto bella, molto. E’ semplice, semplicissima. Diretta. Concreta. Affabile. Viene proprio la voglia di conoscerla meglio e mi sembra di capire che il desiderio sia reciproco. Chissà…io lo spero.
Comincia lo stage e all’inizio è davvero difficile seguire Vittorio . Nel senso che non si ferma mai! Mentre parla si muove, cammina continuamente. Sembra quasi che pensi: "Aspetta dov'è Lisi? Ah, eccola lì che sporge da quel capoccione, ecco, allora io mi metto qui, almeno non mi vede. Porca miseria s'è spostata, m'ha visto...allora mi metto qui sotto...da qui non mi può vedere..." Uffa! Io, che ho davanti una ragazza coi capelli cotonati come Platinette, mi muovo come un tergicristallo e faccio fare la stessa cosa a Dusetta e suo marito che poverini mi sono dietro. Vittorio poi ha una finestra alle spalle, per cui è in controluce. “Ma guarda un po’, mi dico imbufalita, se pur avendolo a 4 metri di distanza devo fare fatica a vederlo!” La donnina, una vera Perla, una Lina Wertmuller (come ha detto Franca) in versione alta, che dice Grengoire, Grengoire così come viene scritto e che ride sguaiatamente ad ogni ilarità di Vittorio (però poi si riscatta, deve essere una brava donna…), fa una genialata e accende un neon alle spalle di Vittorio. Ecco! Ora non lo vedo proprio più! Mauro sollecita lo spegnimento e meno male si fa buio. Si accendono le luci e tutto torna visibile. Tanto dello stage, l’ho già raccontato per cui non mi ripeterò.
Vi racconto solo l’ultima cosa. Il viaggio di ritorno. Monto in macchina con il cuore che canta, lo sguardo sognante e la macchina va da se. A metà strada trovo una deviazione “O questa?” mi chiedo “da dove spunta?” la prendo e faccio altri chilometri un po’ dubbiosa. Mi sembra la strada giusta. Sulla destra compare un distributore che non avevo mai visto. Oddio ho risbagliato strada! Guardo gli alberi del viale che sto percorrendo. Ma sono sempre stati così alti? Vado avanti e sulla ferrovia che fiancheggia l’aurelia ci sono pali mai visti. Vedo un cavalca via che non ricordo. –AZZ- ho sbagliato. Inverto la marcia ad un altro distributore e vedo una signora. Chiedo a lei, penso rinfrancata. Poi la guardo meglio e mi viene in mente Pretty woman, solo che al posto di Richard Gere sulla jaguar ci sono io in una panda e Julia Roberts invece è un viados con le protesi mammarie che stanno per scoppiar fuori dalla camicetta e che sta venendo a grandi passi verso di me. Giro intorno alle pompe di benzina per invertire la marcia e ripartire al volo. E meno male, mi viene in aiuto l’indicazione di una famoso ristorante che conosco bene, che si trova sulla strada che mi porta a casa. In realtà la strada era giusta. Sono solo io che sono un po’ idiota.
Edited by Lisi - 29/11/2006, 11:40
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