| Ecco: io già era quasi totalmente liquefatta per l'interpretazione di un brano che amo pazzamente, e per di più interpretato dal Mito...., quando ho visto l'emozione di Vittorio - emozione vera, intensa e ....umana, permettetemi - credo di essermi sciolta definitavamente. Non ho parole.
Vorrei fare una piccola precisazione sul brano Dolce Sentire, permettete? Stuff, se ritieni di spostare il post in luogo più adatto fai pure. Premetto, con mia somma ammissione di ignoranza, di non sapere se questo brano sia di creazione francescana al 100% o sia stato composto ad hoc, anche se la base è comunque il Cantico delle Creature, quello sì interamente di San Francesco.
La precisazione comunque non cambia, dato che il sunbstrato del brano in questione è comunque di provenienza francescana. Molti credono che il Cantico, come si è visto dal film di Zeffirelli, sia stato composto da Francesco nella situazione quasi idilliaca che erano i primi momenti di vita monastica con i primi confratelli. Nulla di più errato. Francesco ha composto quel brano alla fine della sua vita, quando quasi tutte le sue forze, fisiche e morale, stavano per venire definitivamente meno.
E la fine della vita del santo fu peggiore dell'inizio della sua faticosa predicazione. I suoi frati non riuscirono mai ad attenersi pienamente al suo ideale di vita caratterizzato dalla povertà più assoluta: ogni volta che Francesco si doveva spostare, per recarsi a Roma dal Papa, dal sultano in Egitto, o anche solo sulla Verna a meditare...ogni volta che tornava ad Assisi trovava le cose cambiate. Denaro, donazioni accettate, ma anche nuovi stili di vita...adottati dai frati in sua assenza.
Come quando se ne va il padrone di casa e gli inquilini fanno festa in sua assenza. Strano ma vero. Ritornato da un suo viaggio, scoprì che era stata adottata la regola di accettare tranquillamente denaro perchè i frati ne disponessero loro utilità; Francesco era stato dispensato dall'osservanza di questa regola. Come dire: povertà assoluta, ma solo riservata al titolare! L'immagine di Francesco che parla agli animali: bella, idilliaca...per forza, erano gli uomini, i suoi stessi frati, a non ascoltarlo.
Altro che immagine idilliaca: Francesco lo faceva per protesta. Quando ricevette le stimmate, sulla Verna, era completamente solo: i confratelli molte volte gli consigliavano viaggi di meditazione, ma perchè si allontanasse, non per altro.
Era solo e quasi completamente cieco: per curare delle cataratte la medicina medievale consigliava erroneamente di cauterizzare le vene degli occhi. Le conseguenze le tralascio. Ecco la situazione in cui fu composto il cantico: il cielo, le chiare stelle...Francesco oramai poteva solo ricordarli. E frate foco, quello che per curarlo gli aveva causato dolori atroci, era comunque "fratello".
Ecco perchè amo tanto quel brano cantato splendidamente da Vitto ed il cantico cui si ispira: mostrano la situazione di chi, solo ed incompreso, ha dovuto lottare per tutta la sua vita ed anche alla fine di essa resta incompreso e solo. Di chi, nonostante tutte le avversità possibili ed immaginabili, trova ancora la forza e le parole per esprimere la gioia di vivere, per dire che la vita è bella, anche in ogni suo singolo ed insignificante aspetto.
|