È da tanto che non faccio un resoconto, causa studio, quindi stasera, anche se sono davvero cotta, lo faccio volentieri!
Ieri sera Vittorio ci ha offerto un grandissimo spettacolo (inizio decisamente originale, eh?
): non si è limitato, a differenza delle ultime volte al Q, al repertorio italiano, ma ha interpretato anche qualche canzone in inglese. Direi che le canzoni allegre hanno avuto più spazio di quelle ‘tristi’, o almeno questa è la sensazione che ho avuto io al termine della serata: la malinconia (che, per inciso, io trovo un sentimento tutt’altro che brutto) ha avuto un po’ meno spazio del solito. Fin dai saluti iniziali, al momento dell’ingresso nel locale, si è visto subito che il nostro titolare era in forma e di buon umore e la serata ha effettivamente confermato la sensazione iniziale.
Vittorio ha cantato per oltre due ore, ci ha accompagnato attraverso un percorso musicale vario e ricco di improvvisazioni, ha interpretato praticamente qualsiasi canzone gli è stata chiesta: ad un certo punto il suo leggio era talmente pieno di foglietti di richieste che, non appena provava a girare pagina, questi svolazzavano di qua e di là..
Avevo con me la telecamera, ma, come ormai mi succede sempre più spesso, non l’ho nemmeno tirata fuori: solo a fine esibizione mi sono ricordata di averla, immersa com’ero nella splendida dimensione in cui mi ha trascinato cantando.
Quante canzoni! Ne cito alcune, in ordine sparso:
Il giocatore,
Quanto ti ho amato, una splendida ed energica
I feel good improvvisata insieme a Giuliano (Vittorio voce e chitarra, Giuliano piano: è davvero sorprendente constatare ogni volta come ‘si trovino’ quasi senza guardarsi, come se fossero un’unica persona, basta uno sguardo e via.. tutto nasce in maniera assolutamente naturale),
You are so beautiful,
Overjoied,
Rosalina,
Bimba se sapessi,
Almeno tu nell’universo,
Bella,
Il mio nome è Dracula,
Marina ‘e notte,
'O sarracino,
The man I love,
I’ve got you under my skin, la canzone di Britti di cui non so il titolo,
Con tutto l’amore che posso,
Il tempo di morire,
La sera dei miracoli,
I migliori anni della nostra vita,
Via con me e altre...
Ha cantato tanto a lungo (cosa di cui mi sono resa conto solo guardando l’ora, perché per me era passato solo un attimo) che quando ha chiesto, come di consueto, “Che ore sono?” non ho avuto il coraggio di dirgli “È presto”, come avrei voluto, visto che non mi stancherei mai di sentirlo cantare. Qualcun altro, però, l’ha detto: pronta la replica di Vittorio, che ha sottolineato come intanto fosse lui quello che sudava..
Al termine Vittorio e Giuliano sono stati letteralmente sommersi dal lunghissimo applauso del Q, così intenso e prolungato che alla fine Vittorio, dopo il decimo inchino di ringraziamento
, non l’ha potuto ignorare ed ha così concluso, questa volta definitivamente, interpretando la parte dell’attore smemorato che dovrebbe recitare
L’infinito di Leopardi, ma che, non supportato da sufficiente memoria, si trova a mescolare pezzi di svariati autori pur di non far scena muta… il locale (il Qsta diventando una persona!
) era scosso dalla risate!
Insomma, davvero una serata fantastica, in cui alle canzoni si sono alternati momenti in cui Vittorio ci ha resi partecipi di alcuni aneddoti o si è esibito in qualche piccola imitazione: non è mancato, come ha già messo in evidenza Maura, un commento alla trasmissione della De Filippi che induce i giovani artisti a scannarsi tra loro, invece di insegnare loro a perfezionare con passione il talento di cui dispongono senza avere come primo e principale scopo quello di diventare famosi.
Che dire di più della voce di Vittorio che già non sia stato detto e ripetuto all’infinito? Nulla. Posso solo continuare a ripetere, perché non riesco a farne a meno, che con la voce riesce a toccarti fin nel profondo dell’ animo riuscendo parimenti a farti commuovere o divertire, a seconda di quello che decide di fare un quel momento.