Tra una storia e l’altra sono riuscita a mettermi al pc solo adesso, però, anche se di corsa visto che vorrei andare a dormire (sono distrutta- dieci ore di treno in ventiquattro ore - ma essere distrutti per queste cose è assai piacevole), aggiungo anch’io due parole sullo spettacolo.
Devo dire che nell’insieme il mio giudizio è positivo: è stata un’occasione piuttosto diversa dalle altre in cui ho visto Vittorio. Quello di ieri sera è stato ‘teatro’ nel senso stretto del termine. Tutto molto essenziale: un piccolo palco immerso nel verde, i quattro protagonisti con relativi leggii al centro della scena e dietro di loro i musicisti; già il fatto che la musica fosse suonata dal vivo è un punto a favore dello spettacolo. Alberi e cielo a far da cornice, fin qui tutto perfetto.
La storia è quella che hanno raccontato prima di me già Ilda e Claudia, quindi non mi dilungo oltre: viene raccontata, in prosa, dalla Vertova, che interpreta Anita, e da Rigillo, Garibaldi, ed in musica da Monica Grassi e da Vittorio. A differenza di quanto avevo immaginato, la parte dei due attori di prosa è stata decisamente più piccola, in termini quantitativi, rispetto a quella dei due cantanti (termine ormai riduttivo, riferito a Vittorio: sappiamo tutti che non si limita a cantare, ma che recita nel contempo): di un’ora di spettacolo, circa quaranta minuti sono cantati, quindi alla fine Vittorio si è sentito molto.
Bella e sentita la sua interpretazione: tutto il pubblico ha gradito, non solo noi, ed infatti gli applausi più calorosi ed i svariati “Bravo!” si sentivano sempre al termine dei suoi pezzi. Non posso dire che mi abbia entusiasmato Monica: brava è brava, ma mi ha dato sempre l’impressione di tenere più alla tecnica e ad esibirsi in qualche virtuosismo piuttosto che a calarsi completamente nel personaggio (onestamente io non sempre riuscivo a capire le parole).
La Vertova non mi è dispiaciuta, forse alla fine è stata un po’ troppo ‘distaccata’, ha dato un’interpretazione delle ultime ore di Anita che io non ho capito molto, ma nel complesso, considerato che non credo sia facile recitare con un leggio davanti, è stata all’altezza, anche se ho preferito Rigillo, forse avvantaggiato dall’avere una parte più ‘stringata’: ci ha pensato Vittorio, con le parti cantate, a bilanciare la parte di Garibaldi con quella di Anita.
Questo per quanto riguarda i singoli; nel complesso, lo ripeto, lo spettacolo mi è piaciuto: alcune parti decisamente convincenti, altre meno, alcune canzoni belle già ad un primo ascolto (come il “tango” e “sogno”), altre meno belle (non mi è piaciuta per niente la prima che ha cantato Monica), ma nell’insieme una bella serata di teatro ed una possibilità di vedere Vittorio in uno spettacolo differente da quelli in cui l’avevo visto fino ad oggi.
Ma di diverso c’è stato solo lo spettacolo: la sua bravura, l’interpretazione e la capacità di trasmettere emozioni, sensazioni e stati d’animo è sempre uguale, di livello altissimo.