| Quinta DCO.
Ero più tesa della prima e non esagero.
Sapevo cosa mi avrebbe aspettato, mi incuriosivano tutti i cambiamenti. Questo mix di emozioni, assieme all'attesa di riveder Vittorio mi han fatto davvero tremare.
Overture: è un brano che amo tantissimo. Unico piccolo neo: le luci dell'angelo bianco non han funzionato, quindi non so se da lontano si sia comunque visto. Però la lotta in cielo per me resta bellissima.
Notte: le luci si abbassano, entra Dante. Il nostro gioco di sguardi, le mani che si stringono a cercar conforto nella forte emozione, noi che ci voltiamo e finalmente scorgiamo la figura del poeta pellegrino che lentamente avanza nella platea. Finalmente...ho pianto. L'emozione è stata più forte ed alle prime parole del poeta è dilagata in lacrime.
Ho visto in quel lento camminare un Dante più uomo angoscaito che poeta: mentre in un primo momento mi ha lasciata perplessa ora, ripensandoci meglio, devo dire che mi piace. Mi catapulta nel'opera all'istante proprio come fanno i ballerini con Dante quando sale sul palco.
La voce di Vittorio riusona bella come sempre, forte, potente e struggente al tempo stesso.
Nell'episodio delle tre fiere Dante, nel momento in cui si getta a terra ed una delle tre lo supera con un salto, batte i pugni a terra, in gesto di desolazione, di sconfitta. Non lo avevo mai notato nelle altre rappresentazioni: ma la lacuna è solo mia, poichè mi han riferito che lo aveva fatto altre volte. Gesto bellissimo.
La paura dinanzi alle anime prave e a Caronte, l'immedesimarsi nella tragedia di Paolo e Francesca, la totale spaesatezza dinanzi alla città di Dite, il diventar albero come Pier delle Vigne, la partcipazione alla tragedia di Ulisse, la compassione che supera ogni limite di fronte all'abisso del dolore di Ugolino.
Tutto questo mi ha lasciata davvero sconvolta. Ed ogni volta è "peggio", poichè noto piccoli particolari che precedentemente mi erano sfuggiti, perchè Vittorio ogni volta rende il tutto con una partecipazione tale che non si può restare impassibili.
E' davvero faticoso, perchè mi sconvolge sul serio. Ma è una fatica che amo infinitamente.
Lucifero: da paura. Non aggiungo altro perchè non riesco a descriverlo. Preparatevi a restare impressionati.
Nel secondo atto sono più rilassata, probabilmente grazie all'evolversi del viaggio di Dante e perchè non ci sono più momenti angosciosi.
La dolcezza di Pia ( del vestito della quale tutte faremmo la fila), lo struggimento ne L'ora che volge il disio, lo smarrimento nel ritrovarsi solo senza il maestro. Ma anche il sorriso e l'espressione di gioia nel paradiso terrestre con Matelda. Il pentimento di Dante dinanzi a Beatrice ed infine l'estasi nella visione di Dio.
Il secondo atto per me scorre via liscio come l'olio, ed i piccoli cambiamenti apportati aiutano in questo. Tommaso e Piccarda che non svolazzano più mi han fatto estremamente piacere: li preferisco di gran lunga così.
Un po' mi spiace per la danza del cielo: a me faceva tenerezza quel minuetto, ma anche così non è per nulla spiacevole, anzi.
Perdonate se il resoconto non è molto ben articolato, ma credo che l'emozione nel rivedere l'opera non sia ancora passata.
Poche considerazioni finali. In questi due giorni ho pouto finalmente sentire tutti gli interpreti: forse perchè è il primo che ho sentito, forse perchè ho abituato l'orecchio al cd, ma io continuo a preferire tutto il primo cast (non mi riferisco ad Andrea, che merita un discorso a parte).
Il grifone: molto più fermo in scena rispetto le volte precedenti: molto meglio così. Spero che prima o poi risolvano il problema della sua uscita che comunque distrae dalla scena di Dante e Beatrice. Magari se mentre esce evitano di illuminarlo è meglio.
Tornerò a vedere l'opera?
Assolutamente sì.
Non so quando, non so come, ma so che devo tornare.
Lo ripeto: questa è un'opera che amo immensamente, così come anche l'interpretazione di Vittorio.
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non ho avuto il coraggio di... chiedertelo!
