| Davvero non so come riusciate ad esprimervi così. Io non ci riesco. Tutte le parole so che non bastano per me a descrivere l'emozione enorme, incredibile, che mi assale ogni volta che sento Vittorio: ogni volta che Vittorio diventa Dante. E' un Dante intenso quello che ho visto....di più, IMMENSO. Lo sguardo fisso verso il palcoscenico all'entrata, quella voce che riempie il cuore....e tutta la gamma delle emozioni umane che dalla voce, dai gesti, anche i più insignificanti, traspare.
Dante che ha paure, Dante che scappa, che si riconforta, che trema e si nasconde, che invoce aiuto, che diviene passionale come Paolo e Francesca, albero come Pier delle Vigne, padre straziato come Ugolino. Dante che non regge all'umano dolore e si lascia trasportare da Virgilio, che rinviene, quasi incredulo, all'uscita dall'inferno. Dante finalmete più rilassato in purgatorio, ridente con Matelda, penitente dinanzi a Beatrice ed infine beato. E, al di sopra di tutto, Vittorio.
Vittorio per oltre due ore è riuscito a farmi dimenticare Vittorio: io su quel palco ho visto solo Dante. Ho sofferto e gioito con lui. Ho riso e pianto. Al di sopra di tutti e tutto: Vittorio.
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