Torre del Lago 27 agosto: una serata ricca di emozioni...rivedere Tosca Amore Disperato dopo ben cinque anni dall’ultima volta a Roma, proprio nella patria di Puccini (la cui musica amo profondamente, la “sua” Tosca è da sempre la mia opera preferita), in compagnia di amici che non vedevo da lungo tempo, è stato un bellissimo sogno diventato realtà…ho sempre sperato che Vittorio ricoprisse di nuovo il ruolo di Scarpia, personaggio che gli è assolutamente congeniale per la possibilità di esprimere tutte le sfaccettature della sua bravura artistica. Al suo fianco un cast omogeneo, sia dal punto di vista vocale che interpretativo, che è stato messo ancora più in risalto dalla presenza dell’orchestra dal vivo diretta da Beppe D’Onghia e dalla rinnovata linea melodica, con tempi musicali di maggior respiro, più vicini all’impostazione classica, rispetto alla versione che tutti conosciamo con le basi registrate. Con Paolo ci siamo divertiti ad ascoltare i commenti dei vicini, che vedevano l’opera per la prima volta, assolutamente entusiasti…capisco che sia difficile poter avere sempre l’orchestra dal vivo, ma in effetti è tutta un’altra cosa rispetto alle basi: qualche piccolo problema di amplificazione non ha disturbato più di tanto l’effetto finale. Viitorio è stato un vero mattatore in scena, scatenato fin dall’entrata in spalla ai dervisci: si vede subito, nonostante siano passati diversi anni, come abbia preso di nuovo possesso del ruolo e quanto si diverta ad interpretare il perfido barone, che nonostante la sua cattiveria, riesce a strappare in più momenti il sorriso e perfino un sentimento di pietà, quando dopo l’uccisione, viene lentamente portato via ricomposto sul tavolo, con gli stessi rintocchi funebri che preannunciano l’esecuzione di Mario (novità di questa versione).
Nel resto del cast sono rimasta colpita dalla maturazione di Antonio che ha fornito una grande prova nel ruolo di Angelotti (compreso il difficilissimo terzetto e la scena del pozzo con uno splendido Lalo): anche Rosalia è migliorata moltissimo dal punto di vista interpretativo, anche se tende a rimanere un po’ statica in scena, soprattutto rispetto al dinamismo degli altri. Ottimo Graziano (anche se con qualche acuto in meno), in modo particolare nell’ultima parte: magnifica Iskra, appena ha intonato le prime note di Amore Disperato mi sono venute le lagrime agli occhi…
Molto belle le luci con colori diversi da quelli cui eravamo abituati: mi mancano però i cicisbee (davano un tocco di surreale molto in linea con il momento scenico) e l’angelo nel finale (soprattutto quello nero…): adesso la cosa più importante è che sia ricominciata una nuova avventura che porterà quest’opera così bella e originale verso nuovi orizzonti, con l’augurio che tanti spettatori diventino compagni fedeli come diventammo noi tutti qualche anno fa…
Un abbraccio a chi non ho potuto salutare
p.s. Maura non fare la babbiona