| Pensate ad un maestoso quadro dipinto a più mani da artisti che seguono la scuola di un grande maestro: lo avete ammirato qualche volta, oppure ne avete sentito parlare, ripromettendovi di andarlo a vedere anche voi, però il proprietario lo ha messo in soffitta,coperto affrettatamente con un panno logoro, senza averne scattato neppure una fotografia da mostrare ai cultori di Belle Arti. Mentre il grande quadro riposa sotto una coltre di ragnatele, uno degli artisti, non rassegnandosi a vedere scomparire una parte di sè, dipinge una miniatura di un particolare a cui è legato, che già brillava di luce propria nell'insieme della scena rappresentata sulla tela, e la mostra generosamente al suo pubblico, chiusa in una piccola preziosa cornice d'argento.Ecco, ieri sera Vittorio ha incorniciato "Per te" con l'argento del suono della sua chitarrina e ci ha fatto dono della sua miniatura, consolandoci e consolandosi, addolcendo con la sua voce il boccone amaro che siamo stati costretti ad ingoiare. Non ci sarà Tosca all'Arena, ma intanto c'è sempre Vittorio ed è già molto. Ci ha mostrato un'altra miniatura, un Dracula teatrale più che mai nell'espressività del volto e del gestire e questa volta lo abbiamo gustato come un assaggio saporito e denso di promesse. Il grande affresco lo vedremo in settembre ed è pronto per essere spolverato e lucidato prima di venir esposto nella sede più opportuna. Poi abbiamo ammirato un trittico dipinto dalla stessa mano ma con diversi toni di colore. Devo dire che, nell'armonia dell'insieme, la parte centrale risaltava con evidenza particolare nella ricchezza delle tonalità scure e dense. Cosa sarebbe la musica senza "Bella?" Cosa sarebbe la musica senza Vittorio? Ieri sera mi pareva di aver notato una forza particolare nella sua voce, che ci ha regalato un repertorio variegato come del resto lui è abituato a fare, un vero e proprio florilegio di musica senza tempo e per questo sempre attuale, ma ogni volta sentire quella voce è una scoperta che mi procura un'emozione che mi sembra nuova nella spontaneità del suo emergere nel mondo dei sentimenti suscitati dalla perfezione e dall'intensità dell'esecuzione. Invece ieri sera Vittorio era proprio particolarmente"su di voce", come ha osservato alla fine , confermando la mia impressione. Veramente giù di voce non l'ho mai sentito, ma si può lo stesso verificare qualche momento fortunato in cui la voce risulta in stato di grazia ed ieri sera era uno di quei momenti. La simbiosi con Pasol è stata esemplare, come se comunicassero con la mente trasmettendosi messaggi subliminali sulle onde della musica, messaggi che comprendono solo loro e che contribuiscono a creare una magia a cui chi è sensibile all'eterno fascino delle note non si può sottrarre. Purtroppo anche ieri c'è stato chi si è sottratto,sia per insensibilità congenita, e questa non è una colpa, sia per maleducazione, e questa è una colpa, intrattenendosi in schiamazzanti e ridanciani conversari. Vi risparmio il racconto del mio intervento, con conseguente arrabbiatura di Mauro che dice che una signora non deve esibirsi in rimbrotti severi in luogo pubblico, lasciando l'iniziativa al marito, iniziativa che lui ha immediatamente preso. Primo, non sono una signora e sono a favore della parità tra i sessi; secondo, anche se in pensione, sono un'insegnante e le mie reazioni di fronte alla caciara fuori luogo sono immediate ed istintive. Durante le mie lezioni non volava una mosca, quindi come potrei tollerare la confusione quando canta Vittorio? Purtroppo questa è storia vecchia e nota ai frequentatori del Q. Mi sono spostata in posizione più favorevole e mi sono concentrata nell'ascolto. La maggior parte del pubblico comunque è stata attenta e partecipe e vi assicuro che non eravamo solo noi ad applaudire con entusiasmo. Ci sono state anche richieste di dedicare qualche pezzo a qualcuno in particolare ed è stato gustosissimo vedere come il Mito ha cantato, senza alcuna preparazione, con l'accompagnamento della chitarra, un pezzo di Baglioni: "Con tutto l'amore che posso".Stupendo! Poi la dedica alla nostra sambera brasileira di "Malinconico", che ho risentito con grande gioia ed emozione, anche se questa canzone mi fa male al cuore. Del resto i coinvolgimenti emotivi più significativi sono procurati da stati d'animo sofferti e complessi. Non si scrivono poesie quando si è spensierati. Infatti i miei deliri forumistici non sono poesie, ma divertimenti in versi. Ho scritto anche qualche rara poesia in cui molti infatti non mi hanno riconosciuto... Per tornare alla serata, qualche notiziola da tabloid: Gloria era fasciata in paillettes turchesi, avete presente il film "Una sirena a Manhattan"? L'admin sfoggiava jeans alla pescatora con un giacchino assortito dal taschino sbrilluccicante e sandali con zeppa, Gabry emergeva sulla massa avvolta da una coperta targata Missoni, Grazia esibiva un paio di snelle cosce atletiche emergenti da una fascetta di jeans che voleva passare per gonna, LaB sfoggiava un supergiacchino iridescente sulla superabbronzatura, Joby risplendeva anche lei in paillettes,questa volta con capello liscio, Ale cercava invano uno strano padiglione che aveva visto la prima volta, Silvia, la mogliettina di Pasol, si era acconciata i capelli in una massa di deliziose treccine e poi...poi basta spettegolare. Abbiamo mangiato arabo, con tanto di danzatrice che veniva ogni tanto a far saltellare l'ombelico ad altezza di occhio maschile, ma quando Vittorio ha iniziato a cantare gli occhi sono stati tutti per lui. Purtroppo ad un certo momento sono cominciate le musiche (sigh) della discoteca e quando l'atmosfera soft di una meravigliosa "My Funny Valentine" è stata rovinata da un incalzante zump zump zump, la magia è finita, sempre troppo presto. Ma ricomincerà, oh sì, se no che magia sarebbe? Ieri sera mi sono goduta un grande Vittorio ma non sarà lui che applaudirò la prossima volta, bensì Dracula in mantello da parata, tutina nera e veste dorata.Poi spero di ritrovare ancora il mio ragazzo, col codino impertinente e la chitarra a tracolla, pronto, come un menestrello d'altri tempi, a trasportarci, come in un sogno, sulle onde della sua musica.
franca
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