| Fontaniva, 07 ottobre 2006
Uno spettacolo insolito, una veste insolita per il Vittorio cantattore per questa occasione attore, e cantante. Il luogo è un tendone (ci stiamo facendo il callo) che ha l’aspetto di una sala, con poltroncine comode e un pavimento, non il freddo cemento, palco arredato con pochi elementi, coperti fino all’inizio dello spettacolo. Per quest’occasione insolita siamo ancora una volta in tanti, i soliti irriducibili, ma anche gli irriducibili ancora più meritevoli che giungono di lontano per questo spettacolo che ben non s’è capito che cosa sia. Sorprese, belle sorprese. Lo spettacolo inizia, la scenografia ora rivela pochi elementi, i colori sono neutri (ma non si parlava di fumetti?), si sa che conosceremo la storia di Kuti, bella giovane di professione notaio, e Joe, di professione regista. Joe e Kuti si incontrano alla reception di un residence, è amore a prima vista, ma un amore che ha uno sviluppo inatteso, sofferto (ma quale storia d'amore in teatro non lo è?), poi si scopre che Kuti è un angelo cui alla fine sarà concesso di vivere il suo amore terreno (mi ricorda vagamente un paio di film), e alla fine la felicità trionfa in un finale che per un momento mi ha ricordato qualcosa visto recentemente... Il tutto raccontato da una colonna sonora eterogenea, che attinge da un panorama musicale vario per provenienza e genere (la musica qui è funzionale allo spettacolo, non è stata appositamente creata), sulla quale si muovono ballerini e ballerine molto bravi, e i tre protagonisti attori recitano e in poche rare occasioni (sigh) cantano. Vittorio attore. Beh, che c’è da dire? Lo sappiamo quant’è bravo, siamo abituati a sentirlo cantare, a vederlo fare il cantattore (che è cosa comunque diversa da quanto s’è visto ieri sera), ma Vittorio su un palcoscenico può fare tutto, riesce ad essere protagonista anche se non si muove (qualcuno ricorderà l’interpretazione di un morto durante un certo stage), anche se la musica va senza che la scena richieda recitazione (e questi momenti raccontavano intere canzoni, là nell’angolo mentre il balletto si muoveva sul palcoscenico o al centro mentre un insospettato demone lo maltrattava per convincerlo ad un vita non sua). La voce bella e piena, la tenera inflessione che quasi sparisce completamente, l’espressività sempre puntuale e precisa, la presenza scenica imponente anche in abiti comuni… Eh già, Vittorio non si smentisce, mai. E sai che ogni volta che lo vedrai lui ti darà qualcosa di diverso e inatteso. Stavolta ancor più inatteso. E poi due canzoni a farci ritrovare il Vittorio più consueto, e che emozione ancora una volta… Finisce, a grande richiesta il bis di A mano a mano, con un po’ più di libertà perché ora il momento è solo suo e può dare anche quello che prima non aveva dato per rispetto all’economia dello spettacolo, e il bis di un balletto. Bello spettacolo, piacevole e ben costruito, non è chiaro il rimando al mondo dei fumetti se non nelle immagini dei programmi di sala (o forse nei costumi? Perdonate, non conosco molto questo mondo), mancavano i colori (sia nella scenografia sia nei costumi), e le luci non mi sembravano sufficienti a raccontarli. Ma andava bene comunque. Poi via, alla ricerca di un locale in cui concludere una bella serata, e a fare le tre a chiacchiere di varie amenità, ad ascoltare il nostro adorabile affabulatore nei suoi più svariati racconti, a condividere ancora una volta una semplicissima notte magica.
lori
P.S. curiosità: Vittorio ieri sera ha autografato tantissimi cd di Dracula… So’ soddisfazioni…
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