| Eccomi qua, epifanica reduce da una Padova illuminata a festa,ricca di novità e di conferme. Le conferme sono state la mia babbionaggine, che mi ha fatto aspettare per due ore in piedi davanti all'ingresso sbagliato, pressata da una massa impaziente e la bravura di Vittorio, su cui non c'è ormai più niente da aggiungere. Un'ulteriore conferma è la tendenza sempre più evidente a bagnare di lacrime gli spettacoli del Nostro, per cui cercherò di "alleggerire" il resoconto,tanto più che bastano i filmati di Pier per farci precipitare nella commozione più sfrenata. La novità più eclatante è stato il "luogo": la chiesa, che, in ossequio alle sue origini più autentiche, è diventata per una sera centro di aggregazione e di preghiera "diversa", corale ed intensamente partecipe e forse anche per questo meno canonica e più suggestiva. La folla era tanta: mentre aspettavo che aprissero l'ingresso lanciavo sguardi scaramantici agli attributi del cavallo del Gattamelata, lustrati dalle mani di generazioni di studenti, pensando che non avevo fatto quel viaggio per essere malauguratamente tagliata fuori dall'evento. Finalmente l'orda entra, trascinandomi seco verso le porte laterali con un prevedibile "effetto imbuto" ,tanto che ritrovo la chiesa già stipata. Il figlio previdente assieme a Kia aveva però trovato dei posti a sedere in posizione centrale, ma, richiamata da un messaggio di Gabry, avanzo a fatica assieme a Mauro fino ad arrivare quasi sotto l'altare,di lato.Tra l'altro per passare più agevolmente mi sono fatta aprire il cordone che delimitava l'area riservata e quando mi hanno chiesto a che associazione appartenessi ho risposto: fanclub di Vittorio Matteucci. Ci vuole altro per fermare chi ha violato il backstage del GT! Tutto sarebbe stato perfetto se non ci fosse stata una marea di persone in piedi, dappertutto, che hanno impedito la visuale alla maggior parte dei presenti. Pazienza, mi son detta, tanto l'importante è ascoltare. Infatti, dopo le prove dell'impianto acustico, ho ascoltato un paio di brevi discorsi, tra cui appunto quello dell'assessore per l'identità veneta, che mi ha fatto spataccare dalle risate: il Santo è spagnolo, il coro ha cantato musica gospel e non "La biondina in gondoeta", il Mito è livornese.....fa nulla, l'importante era esserci. Il repertorio, iniziato da un coro di bimbi, continua snodandosi con solennità e diffondendosi con ampie sonorità tra archi e cupole secolari, accarezzando i volti impassibili delle immagini istoriate, rinnovando con note insolite la tradizionale austera atmosfera della basilica. Il pubblico,hanno calcolato che fossero presenti circa seimila persone, ha seguito in silenzio e con attenta partecipazione, tributando meritatissimi applausi alla bravura degli esecutori. Naturalmente, anche se ho apprezzato tutti, ero là per Vittorio, che finalmente compare, apportando un altro elemento di novità, oltre alla scelta di un paio di brani che non gli avevo ancora sentito cantare. Si è accorciato i capelli e, in abito grigio, cravatta e scarpe lucidissime, mi si è rivelato di una bellezza straordinaria. MI sono arrampicata sulla sedia, incurante delle persone che fino a quel momento avevano cercato di schiacciarmi come un'acciuga, e mi sono goduta la sua voce, la sua presenza, l'intensità della sua commozione. Ho pensato per un attimo che avrei preferito uno spettacolo a caro prezzo, che mi garantisse una comoda poltrona ed una visione migliore ma poi ho pensato che non sarebbe stato giusto proprio per Vittorio, che ha avuto modo di vedere quanto sia caro al pubblico padovano,che ha usufruito dell'opportunità di accedere gratuitamente in un luogo particolare per ascoltare la sua emozionante interpretazione e che lo ha gratificato di una standing ovation che ha fatto scattare tutti in piedi, così finalmente molti saranno riusciti a vedere qualcosa.... Un paio di file dietro a me erano seduti i genitori di Vittorio, che mi fanno sempre tanta tenerezza per l'entusiasmo con cui seguono il loro rampollo: li capisco e un po' li invidio. Anche il mio suona e canta in chiesa, ma....lasciamo perdere. Ieri il mio scarrafone è stato grande: ha guidato la macchina, ha fatto un paio di battute divertenti,ci ha fatto compagnia, guadagnandosi un cappello nuovo dalla befana, nonostante mi fossi ricordata che anni fa, avendogli chiesto se credesse alla befana,lui mi aveva risposto di sì, dato che la vedeva girare quotidianamente per casa. Nuova anche la pettinatura di Bianca, deliziosa a molto "trendy" e il berretto di Gloria, che sembrava uscita da "Pattini d'argento" e che ogni anno che passa sembra ringiovanire di uno. Dopo gli auguri conclusivi, le ultime chiacchiere ed i saluti sul sagrato, benedetti dal profumo del vin brulé preparato dagli alpini,abbiamo preso la strada di casa. Sono contenta di esserci stata, mi mancava di sentire il nostro taumaturgo ospite dell'altro Taumaturgo, forse più famoso ma di sicuro meno dotato vocalmente: a ciascuno il suo destino.
franca
Edited by franca - 6/1/2007, 17:08
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