La Divina Commedia, l'Opera

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view post Posted on 23/6/2007, 09:30
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Vittorio Matteucci Admin


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Beh, non la apre nessuno questa discussione, devo fare tutto io? :D

Che dire, per come amo la Divina Commedia e per come adoro Vittorio, questa notizia è favolosa!
 
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Lisi
view post Posted on 23/6/2007, 09:33




IMMENSA IMMENSA!
Mi devo rileggere subito l'Opera...
E' una notizia IMMENSA (l'ho già detto?) IMMENSA!!!!
 
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Dani64
view post Posted on 23/6/2007, 09:44




E' una notizia meravigliosa.
Non so a voi ma a me in questo momento mancano le parole...
Davvero una grandiissima gioia!
 
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view post Posted on 23/6/2007, 09:48
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Vitto-fun

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Chi stamane mi ha visto passeggiare per strada avrà notato sul mio viso un sorriso enorme. Non posso e non voglio nasconderlo: sono al settimo cielo, anzi, nell'Empireo!!!
 
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franca
view post Posted on 23/6/2007, 09:53




Sono emozionatissima. Finalmente ne possiamo parlare, condividere l'attesa,l'emozione, la gioia. l'orgoglio.
Vittorio è messer Durante e non poteve che essere lui il protagonista di un lavoro di tale portata.
La sua voce immensa diventa la voce del Sommo Vate, il più grande artista interpreta il più grande poeta.
Come ci vestiremo per la prima?

franca
 
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Lisi
view post Posted on 23/6/2007, 09:55




Con l'alloro in testa...
 
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franca
view post Posted on 23/6/2007, 09:57




« Fu adunque questo nostro poeta di mediocre statura, e, poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto, e era il suo andare grave e mansueto, d'onestissimi panni sempre vestito in quell'abito che era alla sua maturità convenevole. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso. »
(Giovanni Boccaccio, Trattatello in laude di Dante)
 
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la_barista
view post Posted on 23/6/2007, 09:59




La barba? Aveva la barba?????

Ehi, ho già capito che nei prossimi mesi si studia da bestia: CHE BELLOOOOOOOOOOOOOO!!

LaB felice :)
 
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view post Posted on 23/6/2007, 10:06
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Vittorio Matteucci Admin


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La barba? Io sui miei libri di testo avevo questa...

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la_barista
view post Posted on 23/6/2007, 10:09




Sono ultra contenta. E' la seconda volta da quando sono qui che assisto all'annuncio di una nuova opera , e ambedue con Vittorio protagonista: sono momenti di grande adrenalina, non c'è che dire.
"L'uomo che cerca l'amore": che slogan azzeccato, e si poteva dire anche di Dracula. Un percorso ideale, dagli inferi alla luce, una crescita artistica che ancora ci accingiamo a seguire.
E se posso dirlo, una crescita anche per noi. Questo forum dove già adesso il livello di cultura, di voglia di imparare e di apprezzare il bello è altissimo beh, diventerà ancora di più un posto che mi piace: perchè la cultura non è niente senza amore, e qua ci sono tutti e due.

GRAZIE VITTORIO, sarai un Dante che non scorderemo mai!


LaB :)
 
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view post Posted on 23/6/2007, 10:11
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Vitto-fun

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Se non erro un po' di tempo fa hanno trasmesso un servizio al tg, affermando che l'iconografia di Dante non era del tutto esatta: in una chiesa restaurata a Firenze avrebbero trovato il vero ritratto del Sommo, diverso da quello che tutti conosciamo.
Era una bufala?
 
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franca
view post Posted on 23/6/2007, 10:12




Per la qual cosa avvenne un giorno in Verona ,essendo già divulgata pertutto la fama delle sue opere, e massimamente quella parte della sua Comedia, la quale egli intitola Inferno, e esso conosciuto da molti e uomini e donne, che, passando egli davanti a una porta dove più donne sedevano, una di quelle pianamente, non però tanto che bene da lui e da chi con lui era non fosse udita, disse all'altre: <<donne, vedete colui che va nell'inferno, e torna quando gli piace, e qua su reca novelle di coloro che là giù sono?>> Alla quale una dell'altre rispose semplicemente: <<in verità tu dèi dir vero: non vedi tu com'egli ha la barba crespa e il color bruno per lo caldo e per lo fummo che è là giù?>>. Le quali parole udendo egli dir dietro a sé, e conoscendo che da pura credenza delle donne venivano, piacendogli, e quasi contento ch'esse in cotale oppinione fossero, sorridendo alquanto, passò avanti.

Ne' costumi domestici e publici mirabilemente fu ordinato e composto, e in tutti più che alcuno altro cortese e civile.

Nel cibo e nel poto fu modestissimo, sì in prenderlo all'ore ordinate e sì in non trapassare il segno della necessità, quel prendendo; né alcuna curiosità ebbe mai più in uno che in uno altro: li dilicati lodava, e il più si pasceva di grossi, oltre modo biasimando coloro, li quali gran parte del loro studio pongono e in avere le cose elette e quelle fare con somma diligenzia apparare; affermando questi cotali non mangiare per vivere, ma più tosto vivere per mangiare.

Niuno altro fu più vigilante di lui e negli studii e in qualunque altra sollecitudine il pugnesse; intanto che più volte e la sua famiglia e la donna se ne dolfono, prima che, a' suoi costumi adusate, ciò mettessero in non calere .

Rade volte, se non domandato, parlava, e quelle pesatamente e con voce conveniente alla materia di che diceva; non pertanto, là dove si richiedeva, eloquentissimo fu e facundo, e con ottima e pronta prolazione.

Sommamente si dilettò in suoni e in canti nella sua giovanezza, e a ciascuno che a que' tempi era ottimo cantatore o sonatore fu amico e ebbe sua usanza; e assai cose, da questo diletto tirato, compose, le quali di piacevole e maestrevole nota a questi cotali facea rivestire.

Quanto ferventemente esso fosse ad amor sottoposto, assai chiaro è già mostrato. Questo amore è ferma credenza di tutti che fosse movitore del suo ingegno a dovere, prima imitando, divenir dicitore in volgare; poi, per vaghezza di più solennemente mostrare le sue passionie, di gloria, sollecitamente esercitandosi in quella, non solamente passò ciascuno suo contemporaneo, ma intanto la dilucidò e fece bella, che molti allora e poi di dietro a sé n'ha fatti e farà vaghi d'essere esperti.

Dilettossi similemente d'essere solitario e rimoto dalle genti, acciò che le sue contemplazioni non gli fossero interrotte; e se pure alcuna che molto piaciuta gli fosse ne gli veniva, essendo esso tra gente, quantunque d'alcuna cosa fosse stato addomandato, giammai infino a tanto che egli o fermata o dannata la sua imaginazione avesse, non avrebbe risposto al dimandante: il che molte volte, essendo egli alla mensa, e essendo in cammino con compagni, e in altre parti, domandato, gli avvenne.

Ne' suoi studi fu assiduissimo, quanto è quel tempo che ad essi si disponea, intanto che niuna novità che s'udisse da quegli il poteva rimuovere. E, secondo che alcuni degni di fede raccontano di questo darsi tutto a cosa che gli piacesse, egli, essendo una volta tra l'altre in Siena, e avvenutosi per accidente alla stazzone d'uno speziale, e quivi statogli recato uno libretto davanti promessogli, e tra' valenti uomini molto famoso, né da lui stato giammai veduto, non avendo per avventura spazio di portarlo in altra parte, sopra la panca che davanti allo speziale era, si pose col petto, e, messosi il libretto davanti, quello cupidissimamente cominciò a vedere. E come che poco appresso in quella contrada stessa, e dinanzi da lui, per alcuna general festa de' Sanesi, s' incominciasse da gentili giovani e facesse una grande armeggiata, e con quella grandissimi romori da' circustanti (sì come in cotali casi con istrumenti varii e con voci applaudenti suol farsi), e altre cose assai v'avvenissero da dover tirare altrui a vedersi, sì come balli di vaghe donne e giuochi molti di giovani; mai non fu alcuno che muovere quindi il vedesse, né alcuna volta levare gli occhi dal libro: anzi, postovisi quasi ad ora di nona, prima fu passato vespro, e tutto l'ebbe veduto e quasi sommariamente compreso, che egli da ciò si levasse; affermando poi ad alcuni, che il domandavano come s'era potuto tenere di riguardare a così bella festa come davanti a lui s'era fatta, sé niente averne sentito: per che alla prima maraviglia non indebitamente la seconda s'aggiunse a' dimandanti.

Fu ancora questo poeta di maravigliosa capacità e di memoria fermissima e di perspicace intelletto, intanto che, essendo egli a Parigi, e quivi sostenendo in una disputazione de quolibet che nelle scuole della teologia si facea, quattordici quistioni da diversi valenti uomini e di diverse materie, con gli loro argomenti pro e contra fatti dagli opponenti, senza mettere in mezzo raccolse, e ordinatamente, come poste erano state, recitò; quelle poi, seguendo quello medesimo ordine, sottilmente solvendo e rispondendo agli argomenti contrari. La qual cosa quasi miracolo da tutti i circustanti fu reputata.

D'altissimo ingegno e di sottile invenzione fu similmente, sì come le sue opere troppo più manifestano agl'intendenti che non potrebbono fare le mie lettere.

Vaghissimo fu e d'onore e di pompa per avventura più che alla sua inclita virtù non si sarebbe richiesto. Ma che? qual vita è tanto umile, che dalla dolcezza della gloria non sia tocca? E per questa vaghezza credo che oltre ad ogni altro studio amasse la poesia, veggendo, come che la filosofia ogni altra trapassi di nobiltà, la eccellenzia di quella con pochi potersi comunicare, e esserne per lo mondo molti famosi; e la poesia più essere apparente e dilettevole a ciascuno, e li poeti rarissimi. E perciò, sperando per la poesì allo inusitato e pomposo onore della coronazione dell'alloro poter pervenire, tutto a lei si diede e istudiando e componendo. E certo il suo disiderio veniva intero, se tanto gli fosse stata la Fortuna graziosa, che egli fosse giammai potuto tornare in Firenze, nella quale sola sopra le fonti di San Giovanni s'era disposto di coronare; acciò che quivi, dove per lo battesimo aveva preso il primo nome, quivi medesimo per la coronazione prendesse il secondo. Ma così andò che, quantunque la sua sufficienza fosse molta, e per quella in ogni parte, ove piaciuto gli fosse, avesse potuto l'onore della laurea pigliare (la quale non iscienzia accresce, ma è dell'acquistata certissimo testimonio e ornamento); pur, quella tornata, che mai non doveva essere, aspettando, altrove pigliar non la volle; e cosi, senza il molto disiderato onore avere, si morì. Ma, percio che spessa quistione si fa tra le genti, e che cosa sia la poesì e che il poeta, e donde sia questo nome venuto e perché di lauro sieno coronati i poeti, e da pochi pare essere stato mostrato; mi piace qui di fare alcuna transgressione, nella quale io questo alquanto dichiari, tornando, come più tosto potrò, al proposito.

 
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view post Posted on 23/6/2007, 10:18
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Vittorio Matteucci Admin


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Alcuni mesi fa sono state pubblicate le conslusioni di questo studio, a partire dal cranio di Dante.

Il vero viso di Dante
 
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franca
view post Posted on 23/6/2007, 10:25




Guardatelo bene: taglio degli occhi, sopracciglia, mento, bocca, naso importante. E' Vittorio senza baffetti.

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la_barista
view post Posted on 23/6/2007, 10:28




Bisogna provare a mettergli la cuffietta con i paraorecchie....
 
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