| Ero davvero curiosa di vedere Pierina e il lupo, un po' perché si tratta di un balletto, un genere che non conosco molto, ed un po' perché è la prima volta che, almeno per quello che ho avuto modo di vedere io, Vittorio si cimenta 'ufficialmente' nella regia di uno spettacolo. La mia convinzione che sia decisamente bravo anche come regista, derivante dall'averlo visto all'opera in tale veste in vari stage, ha trovato conferma l'altra sera. Pierina e il lupo dimostra come, in ambito teatrale, quello che conta veramente per la riuscita di uno spettacolo è che ci sia un'idea valida e professionalità e passione nel concretizzarla. La messa in scena è infatti essenziale (un leggio sul palco alla destra dello spettatore, dietro al quale si posiziona il Narratore-Vittorio, un tavolino, qualche sedia, alcuni pannelli e qualche proiezione video ogni tanto), ma perfettamente funzionale a quello che viene narrato, non si sente il bisogno di altro: la musica, il testo ed i ballerini sono assolutamente in grado di esprimere tutto. Non ho le conoscenze per esprimere giudizi tecnici sull'esecuzione dei balletti, però posso dire che a me hanno trasmesso esattamente le emozioni che dovevano comunicare; emozioni forti, considerato il tema trattato, quello della violenza sulle donne. La storia è infatti quella di uno stupro ai danni di una ragazza, Rosa, effettiva protagonista della vicenda ed amica della Pierina del titolo, che, nonostante abbia promesso a se stessa di mantenere per sempre il segreto, riesce a trovare la forza ed il coraggio di confessare alle amiche – le ragazze sono in tutto quattro - ed alle Autorità la terribile esperienza subita proprio per evitare che Pierina diventi un'ulteriore vittima di Lupo, il ragazzo bello ed affascinante che fa 'colpo' sulle giovani donne, che altro non è che un violentatore costantemente a caccia delle sue vittime. Il momento della violenza è, almeno per me, un 'pugno nello stomaco', come deve essere (un fatto del genere non può non esserlo), ma il messaggio sotteso all'opera è comunque di speranza: Lupo viene arrestato, Rosa trova conforto e sostegno nelle amiche e Pierina sfugge al medesimo terribile destino della sua amica. Non a caso la canzone finale è una bellissima versione di “Over the rainbow'. L'auspicio è che fatti del genere non si verifichino più, che le donne che hanno la sventura di subire un'esperienza del genere trovino la forza di denunciare i responsabili e che, comunque, non ci sia indifferenza di nessuno di fronte a tali mostruosità. Vittorio, autore anche del testo, riesce a raccontare questo dramma e ad affrontare questo tema con la giusta sensibilità, in maniera aperta ma al contempo con un certa delicatezza (mi rendo conto che non riesco a spiegarmi come vorrei..), con il giusto equilibrio, insomma. Ha qui anche il ruolo di narratore e canta, oltre a quella di chiusura, la canzone che 'presenta' il personaggio del Lupo, come Chiara quella che dà voce a Rosa. Lo spettacolo mi è piaciuto molto, ho trovato molto espressivi gli interpreti, in modo particolare la ballerina che interpreta Rosa, e mi è piaciuto l'arrangiamento musicale: uno spettacolo che consiglio di vedere, se ci sarà l'opportunità. Ci sarebbe molto di più da dire, sia sulla trama, sia sulle musiche, ma purtroppo il tempo è tiranno; l'ho dovuto fare un po' di 'corsa', ma ci tenevo comunque a condividere con voi alcune delle mie impressioni. E ancora una volta.. bravo Vittorio!
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