| Piccolo resoconto alla vecchia maniera.
Non è stato un vero e proprio fan's day, quanto piuttosto un 'hallo musical'. Prima parte con brani da Notre Dame e seconda parte con Tosca e Dracula. Fine. Una bella serata, certo non una serata 'Vittoriana' nel vero senso del termine, ma comunque bella. Non c'ero al fan's day di Roma, ma faccio i paragoni sulla base di quello che mi hanno raccontato. Stavolta poco spazio all'improvvisazione, ma spettacolo molto più 'simil opera'. In effetti anche il titolo era 'Opera in concerto' e non fan's day. L'ambientazione in teatro e, soprattutto, la presenza di balletti di una certa qualità ha dato un'impronta più rigida al tutto facendolo sembrare un minimusical. Gli arrangiamenti sono stati differenti dal solito, in modo più riuscito in alcuni brani e meno in altri. I singoli artisti hanno 'letto' la serata in maniera diversa. Nel primo atto, come ho detto, brani da Notre Dame. Mattia Inverni decisamente bravo, non l'avevo mai sentito e mi è piaciuto. Luna, Il tempo delle cattedrali, La festa dei folli. Didascalico nei movimenti di scena. Emanuele (non ricordo il cognome), il nuovo Clopin, un vero e proprio 'pazzo'. Deve ancora crescere, soprattutto sui toni alti è troppo urlato, ma è sembrato interessante. Graziano ha interpretato la serata come il fan's day precedente, quindi con grande spazio all'improvvisazione. Quando dico 'grande spazio' intendo proprio 'grande spazio'. Sabrina de Siena ha interpretato Esmeralda e Mina. Molto rigida nel brano da sola (Zingara), molto meglio nei brani in duetto (Febo è bello, Un destino di rondine).
Lascio lo spazio per fare posto al teatro, a chi ha saputo 'leggere' la serata nel modo più corretto ed equilibrato, il giusto mezzo tra i movimenti pedissequi di Mattia Inverni, che, pur davvero bravo, ha pensato di trovarsi sul palco di Notre Dame, e l'improvvisazione spintissima di Graziano che, pur molto bravo, ha pensato di trovarsi ad uno spettacolo solo proprio. Il giusto mezzo dicevo, la maestria, la padronanza del palcoscenico. In una parola, Vittorio. In tre parole Vittorio e Maria Grazia (la 'e' non la conto come parola). L'esperienza di Vittorio che ha interpretato i suoi tre personaggi senza ripetere i movimenti di scena. Poco presente in Notre Dame dove ha interpretato, alla grande, soltanto la sua parte in Bella. Fantastico in Tosca con la sua Per te e immenso in Dracula con Il mio nome è Dracula e Un destino di rondine. Gesti semplici e sempre convincenti, metamorfosi nei tre personaggi, voce impeccabile. Il Titolare in capelli medio lunghi e barba di più di qualche giorno vale sempre i chilometri percorsi. Vittorio è sempre Vittorio. Non mi ha sorpreso Maria Grazia di Valentino perché, come ho scritto tante volte, penso che sia davvero una delle poche interpreti col dono di 'tenere il palco' in maniera naturale e convincente. Si è divisa tra Notre Dame dove ha duettato con Sabrina in Febo è bello (ma si chiama poi così quel brano?) e ha cantato Vivere per amare. Mirabile il semplice gesto di abbassare la sciarpa-scialle dalla spalla. Luce dei miei occhi con Graziano ha fatto vedere che potrebbe essere una fantastica Tosca (peccato non abbia cantato L'accoltellamento con Vittorio) e Rose e sangue da Dracula. Davvero brava, mi stupisce che non sia presente in tutti i musical che vanno in scena.
Serata conclusa in pizzeria, o meglio, nello stesso locale dove avevamo mangiato a mezzogiorno (ma a Grosseto mancano i ristoranti?) dove abbiamo avuto modo di confermare l'impressione di incontenibile follia che ci ha fatto il nuovo Clopin.
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