| Resoconto alla vecchia maniera. Vi prego, no vi invito a compatirmi perché sto scrivendo da cellulare e non è il massimo della comodità.
Nonostante ciò, non sarò breve!
La serata è troppo ghiotta per non andare: Vittorio, musical, Ravenna, sera d'estate e non ultima, Silvia Querci.
Si organizza e si va.
Arrivo sul presto e intorno alle 17,15 vado sul posto per vedere com'è. Che dire, in mezzo a San Vitale e Galla Placidia c'è un palchetto con un centinaio di serie. Bellissimo e suggestivo, ma sembra perfetto per un salotto letterario e rimango perplessa. Nessuna traccia di prove o attrezzature, ma pericolosissimo pubblico che inizia a prendere posto. Allarmata dalla concreta possibilità di non trovare posto, mi siedo in prima fila e... non so che fare.
Poi penso che non posso restare quattro ore senza andare in albergo e vado via dopo aver lasciato una discreta scritta "riservato" su due posti, sperando che potesse funzionare. Nel frattempo arriva il service ed inizia a scaricare gli altoparlanti.
Vado in albergo, mi cambio, lascio una piantina a ++ ancora impelagata in qualche treno e torno sul posto.
Stavolta c'è un po' di gente, saluto Vittorio, saluto Bianca, saluto Silvia che finalmente incontro di persona, saluto Manu, saluto l'amica di Manu.
Ed iniziano le chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.
Arriva anche Luca, che non conosco affatto e al quale faccio un semplice sorriso, arrivano tante zanzare, ma questo si poteva prevedere dall'odore di zampironi aleggiante per tutta la città. Non sono la loro prima scelta, e nemmeno la seconda. A dirla tutta, mi schifano, e questo è un bene.
Le prove iniziano tardi per non disturbare la messa nella chiesa vicina, ma per qualche strana ragione sono tutti convinti che la messa duri in eterno, quando entrando a visitare la suddetta chiesetta avevo già notato da un pezzo il prete che sgomberava l'altare (e anche un paio di colonne fasciate d'acciaio, ma di questo non v'importa nulla). Noto anche i comignoli in tipico stile romagnolo, che Vittorio ribattezza subito come Romìgnoli o Comignòli.
Ok torniamo a noi. Montano il pianoforte a cosa, nel senso che gli avvitano la pedaliera, ed iniziano il soundcheck.
Vittorio canta This is the moment, brividi.
Silvia accenna Memory, lacrime.
Cominciamo bene!
Luca accenna un brano che non conosco.
Prove fatte, si attende che arrivino gli sgabelli richiesti.
Loro vanno a cambiarsi, noi presidiamo i posti.
Arrivano i nostri amici faentini, Cinzia e compagnia, anche il padre ed il nipote con famiglia, Loretta e Sop, sempre un piacere salutare.
La situazione posti inizia a farsi calda: i tre artisti hanno richiamato molto pubblico, ma i ravennati sono abituati alle manifestazioni estive in quel luogo e si presentano a ridosso dell'ora d'inizio, trovando tutto già pieno.
Diventa difficile anche solo alzarsi per andare a comprare dell'acqua perché partono polemiche sui posti mantenuti.
Alcuni, spettatori abituali del luogo, sono inconsapevoli del richiamo di questi personaggi per loro sconosciuti, ma anche molto incuriositi ed inizia forse un passaparola che ha come effetto l'arrivo di decine di persone con sedie portate da casa, di persone sedute lungo tutto il muretto di San Vitale, di persone in piedi e persone sedute per terra.
Si arriva quindi ad una distesa di persone che ad occhio triplicano i cento posti a sedere inizialmente disponibili.
Ed ora, si parli dello spettacolo vero e proprio.
I ragazzi, sì li chiamo tutti ragazzi, arrivano, ed è subito festa.
Vittorio (Matteucci, naturalmente)
Silvia Querci
Luca Giacomelli
Roberto Magnanensi (al piano)
Vittorio presenta la serata, sappiamo bene che è nelle sue corde, ed è al contempo garbato, professionale, ironico, allegro. Prende spunto dalle reazioni del pubblico che non vede, se non quelli in prima fila, ma sente benissimo, per accentuare commenti e complimenti.
La scaletta è perfetta, i tre si alternano in brani a cui sono particolarmente legati, per esserne gli interpreti originali o per inclinazione.
Vittorio canta Il tempo delle cattedrali, Amore disperato, Avere te, All I ask of you, in duetto con Silvia, This is the moment, Empty chairs at empty tables (emozione pura), Seasons of love, e credo un altro brano, ma al momento non mi sovviene.
Ad ogni fine brano fatica a riprendere a parlare perché coperto dagli applausi scroscianti. E come sempre si trasforma da interprete da brividi ad intrattenitore consumato.
Silvia canta All that jazz, con coretto degli altri, S'innamora già, Memory, Someone like you, un brano da Pinocchio, Il mondo è mio, in duetto con Luca, e i già detti.
Luca canta brani di cui non so i titoli, da La bella e la bestia, La primula rossa, La sirenetta, Oggi o mai (fa Tebaldo e non Mercuzio), Gethsemane.
Vittorio è stratosferico, Silvia è immensa, Luca bravissimo, ma di esperienza interpretativa indubbiamente minore. Il ragazzo si farà.
L'accompagnamento di solo piano rende l'atmosfera più intima e suggestiva e mette in risalto il fatto che i cantanti sono di grosso calibro. Niente mascheramenti, o si è bravi o no. E qui lo si è.
È una serata ideale, quella che se si può non perdere non va persa.
L'affiatamento sul palco è unico: Vittorio si emoziona al sentire Silvia ("ogni pelo un pippolo", come diceva il su' babbo), Silvia guarda ammirata Vittorio cantare.
Con grande consapevolezza delle proprie capacità non c'è spazio per invidie e gelosie.
Vittorio è Vittorio, lui è come tornare a casa. Di più: è un piatto di pastasciutta dopo una settimana all'estero.
Silvia fa quello che vuole con la voce, sa essere scura, chiara, bassa, alta.
Su Luca mi dilungo meno perché è meno nelle mie corde. Molto bravo nel brano de La bella e la bestia, meno convincente nel suo Jesus 'folle'.
La serata purtroppo finisce anche troppo presto, e l'acclamato bis viene concesso ripetendo Seasons of love, chiamando sul palco anche Barbara Cola e Manuel Bianco presenti nel pubblico.
Il momento dei saluti e autografi e foto è molto più di un momento ed ho modo, dopo il lunghissimo deflusso, di complimentarmi con Vittorio prima di tutto e con Silvia, con cui scambio due piacevolissime chiacchiere, dal momento che è anche una persona simpatica ed una donna intelligente, e non è poco.
E chiudo con un doppio ringraziamento: all'amministrazione comunale che non solo ha voluto uno spettacolo simile, ma non lo ha nemmeno interrotto con il solito, noioso discorso di circostanza dell'assessore di turno. Ed a Silvia Querci che, inizialmente contattata per uno spettacolo, ha deciso di proporre questo genere, chiamando dei colleghi.
Se siete arrivati fin qui, complimenti. Spero di non aver scritto strafalcioni con la tastiera touch ed intanto mi godo ancora un po' gli spettacolari mosaici di Ravenna.
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Per svariati motivi non ho potuto essere presente ma spero che prima o poi ricapiti l'occasione...
... mi sarebbe tanto piaciuto esserci e, spero, ci siano altre occasioni. 
