| Domenica 30 Aprile,h 15,arrivo in teatro, ha appena smesso di piovere e un raggio di sole fa capolino tra le nuvole. Penso che è l'ultima volta che varcherò la soglia di quella porticina che fa accedere al backstage e sento improvvisamente un groppo in gola, ma sono più che mai decisa a godermi appieno ogni secondo di quel giorno.Ed è così che varcata quella soglia torno a sorridere, l'atmosfera è sempre la stessa, ma più bella, più viva, come se tutti, come me, volessero respirare a pieni polmoni quell'aria che ci aveva reso tutti,per ben 120 giorni, un'unica famiglia. Mi accoglie il sorriso di qualche ballerino, che sorseggia il suo caffè con l'aria ancora assonnata e pian piano iniziano ad arrivare tutti i cantanti, con i quali si cerca di far finta di niente, forse per evitare di pensare che è il nostro ultimo spettacolo. Mary è triste come me ed insieme cerchiamo di consolarci:"-Dai, la prossima settimana vengo a trovarti, mi porti al mare?" oppure "-Mi hai promesso che andremo a Mirabilandia, non dimenticarlo!!!"...ma sappiamo benissimo che non sarà mai la stessa cosa, perchè a casa mia non c'è nessuno che accende la lavatrice alle 2 del mattino e che canta a squarciagola tutto il giorno! Poi arrivano Max, Davide e Vitto con Gloria, sorridenti più che mai. Vado al trucco, Vitto è affianco a me, mi guarda mentre io non me ne accorgo e dice:"-la De Siena oggi è triste!",mi giro di scatto e sorrido, in realtà mi guardavo allo specchio e pensavo che era davvero l'ultima, quante chiacchiere avevamo scambiato in 2 mesi davanti a quegli specchi!Quante canzoni canticchiate,quante risate! Lui ha una capacità di comprendere i miei stati d'animo impressionante,ed io non riesco a mentirgli, sono davvero triste. Esco dal trucco e mi aggiro nel backstage:avete presente l’ultimo giorno delle vacanze estive?Ebbene, mi è sembrato di rivivere i miei 15 anni;foto, riprese,dediche,autografi;ovunque un brulicare di persone, risate, scherzi, abbracci. Anch’io, con la macchinetta fotografica al seguito sono decisa ad immortalare tutto e tutti,fino a quando il carissimo Franco, direttore di palco, non pronuncia la sua consueta frase:”- Signori, la mezz’ora!” ed io mi ritiro nel mio camerino per trasformarmi ancora una volta, per l’ultima volta, in principessa, e mai come quella sera, mi sento fiera del mio abito azzurro e della mia luccicante coroncina. Manca ormai un quarto d’ora e noi ci teniamo per le mani,in cerchio, per il nostro solito rituale, ma stavolta ci guardiamo negli occhi, tutti, più a lungo del solito, sarà davvero dura non stringersi più così. Ed ecco che siamo pronti e ci mettiamo ai nostro posti. “Transilvania…”, sono lì, nella torre del castello, avvolta dal buio e torno magicamente indietro nel tempo,e rivedo i nostri occhi spalancati alla scoperta di una scenografia così immensa, rivedo il volto di Arias che crea camminando su e giù per il palco, rivedo gli scherzi, i pianti e le risate che ci hanno accompagnato per 4 mesi, che ci hanno resi tutti una vera famiglia. Ed è arrivato il mio momento, devo entrare in scena, e sono pronta e felice di farlo per me, per voi che siete in sala e per tutti quelli che hanno sempre creduto in me e che non so più come ringraziare. Siamo tutti ancora più concentrati del solito e come ogni sera ci scambiamo i nostri sguardi e le solite strette di mano per accertarci che vada tutto bene: con Fabio nella torre, con Davide sul balcone, ed un cenno con la testa a Mary una volta uscite di scena mano per mano. Ed ecco che arriva il momento di incontrare il Conte, sono lì, pronta per entrare alla fine di “Due labbra della stessa ferita” e lo vedo trasformarsi in bestia e mordere la mia amica, ho paura di lui, ma quando mi dice, come ogni sera, di amarmi, vedo il suo dolore ed i suoi occhi imploranti, il volto segnato dal sudore e dalle lacrime, e scappo via, impaurita. Quello sguardo mi da tutta la grinta necessaria per affrontare il secondo atto. Nell’intervallo vado a cambiarmi e come sempre trovo Mary in camerino che si ritocca il trucco e mi chiede come stesse andando la serata, ci raccontiamo le nostre piccole disavventure (capelli in bocca, inconveniente con la coda dei vestiti, tacchi poco stabili…) e ridiamo come matte. Inizia così il secondo atto. Vitto è al trucco che si fa ritoccare, io entro per mettere la coroncina e ci sorridiamo, dal mio sorriso lui capisce se è davvero tutto a posto, senza che ci sia bisogno di chiedermelo. Arriva il mio momento, devo entrare:”Due donne in me”, “Il punto debole”, “Il tuo sorriso la tua voce”, brani che sento dentro più forte che mai e che mi portano ad uscire di scena carica al punto giusto per chiedere al Conte di uccidermi. Infatti come al solito, durante “La morte non muore” esco di scena, vado in camerino, tolgo scarpe e guanti, bevo un sorso d’acqua e mi dirigo verso il palco, dove trovo Vitto che si toglie le scarpe per entrare e mi sorride. Ed ecco “Un destino di rondine”, il mio pezzo preferito, sono straziata, si avvicina la fine ed io non voglio, non posso neanche pensarci. Il Conte mi morde, cado a terra e dai miei occhi scende una lacrima, la prima. Vitto mi vede piangere e i suoi occhi diventano più dolci che mai, anche lui fa fatica a trattenersi, lo vedo. Scendiamo dalla botola, corro a cambiarmi. La costumista ed i parrucchieri, che sono lì per darmi una mano, mi vedono in lacrime e cercano di consolarmi, ma è impossibile. Si apre il sipario e mi mostro a voi, senza vergognarmi, con il viso rigato dalle lacrime, mi giro e vedo i miei compagni nelle mie stesse condizioni, gli voglio bene e quel pianto ci ha reso ancora più vicini ed uniti. E poi…piangete anche voi…che emozione! Ed ora sono qui, nella mia cameretta, a ricordare ogni minuto di quel giorno che ha concluso la prima tappa dell’avventura più bella della mia vita, ed ho davanti a me una foto datata 4/3/2006 in cui due persone sorridenti vestite d’oro alzano un braccio in segno di vittoria…e sorridendo malinconicamente arrivo quasi a piangere. E’ solo un arrivederci, promesso.
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