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| Una riflessione. Le opere possono scivolare via dall'inizio alla fine senza interruzioni, o possono avere tanti "finali" intermedi. In Dracula ci sono molti finali, momenti in cui lo spettacolo si ferma (e viene invitato l'applauso), quasi come se fosse finito. In Dracula è molto evidente perché non c'è cambio di scena o cambio di personaggi in scena, ma in questo modo si evidenzia molto il cambiamento di situazione. Ne elenco alcuni: - Fine de 'Il vizio dell'amore' - Fine di 'Un destino di rondine' - Fine di 'Andarsene per amore' (prima del rientro) Ovviamente anche: - Fine di 'Non guardarmi' che però è un finale di atto, quindi un finale a tutti gli effetti. Insomma, volendo prendere una scena come finale, va bene uno qualunque dei momenti precedenti.
Qualcosa di simile c'era anche in Tosca alla fine di 'Gelosia', con lo stesso personaggio che rimaneva in scena e ricordo il senso di vuoto sentito a Klagenfurth in quel punto dal momento che loro applaudono sono a fine atto, e quello non era un fine atto.
In Notre Dame non mi vengono in mente finali intermedi, se non qualcosa di simile alla fine de 'Il trovatello' o 'Le campane' con Quasimodo che rimane in posa plastica, ma esce di scena.
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